FUTURO INSEGNANTE? Brutte notizie in arrivo

Pare che il 15 maggio si chiuderà il processo che ha coinvolto la riforma dell’accesso all’insegnamento. Essa prevedeva inizialmente il conseguimento di 24 cfu, che sono poi diventati 60 con il Ministro Bianchi che, oltre a modificare gli esami da sostenere al fine di ottenere i cfu, aveva aggiunto delle ore di tirocinio. Tale riforma non era mai entrata in vigore. 

Dal momento che da essa dipende una quota di finanziamenti del PNRR sulla scuola, il Governo ha predisposto un nuovo decreto che conferma i 60cfu comprensivi di tirocinio e prevede che gli esami per ottenere i cfu siano sostenuti solo mediante un percorso post-laurea a pagamento.
Ci poniamo in disaccordo con tale misura che renderebbe a pagamento la possibilità di partecipare ad un concorso pubblico. Ci sembra che per l’ennesima volta si stia evitando di considerare il ruolo di primaria importanza che è necessario che gli insegnanti rivestano nel nostro futuro prossimo, rendendo ulteriormente difficile la possibilità di intraprendere tale percorso. 

Il nostro rappresentante in Comitato per la Formazione degli Insegnanti, Luigi Casella, ha già avanzato alcune proposte: 
– se tale formazione per insegnanti sarà a carico di studenti, è necessario che sia erogata considerando i posti disponibili nelle diverse classi di concorso.
– che i 60 cfu siano validati e comparabili a quelli che gli studenti hanno già ottenuto durante la laurea magistrale 
– che si preveda uno scaglionamento, in base all’ISEE, sulla tassa del percorso post-laurea 

Ci teniamo a sottolineare che un mese fa abbiamo portato al CNSU una mozione riguardante tale riforma ma che essa non è stata presa in considerazione.
Abbiamo posto il problema al Ministro dell’Università, Anna Maria Bernini, durante il nostro incontro senza però ricevere risposta. Giudichiamo inoltre negativamente la mancata consultazione di studenti e Università.

Siamo in dialogo con i delegati di alcuni Rettori in materia di accesso all’insegnamento così da poter, per quanto possibile, limitare i problemi che tale riforma rischia di creare.

Leggi qui il nostro post!

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