Sesta seduta del CNSU in presenza del Ministro On. Annamaria Bernini: le nostre proposte

Il 18 e 19 Maggio ha avuto luogo la sesta seduta del CNSU. Ci sono stati diversi incontri di cui siamo grati: Giuseppe Monteduro, Paolo Pedone (Presidente del CUN) e soprattutto l’Onorevole Ministro Annamaria Bernini. 

Siamo molto soddisfatti di questi incontri, concreto esempio di come si può indirizzare l’organo nei prossimi mesi: un lavoro serio e organico all’interno delle diverse Commissioni del Consiglio ma con un costante e proficuo confronto con il Personale tecnico e politico del Ministero. 

Nel dialogo con la Senatrice Bernini abbiamo esposto una serie di proposte riguardanti uno dei temi più urgenti di queste settimane: il caro affitti.

Ecco l’intervento del nostro Capogruppo Pietro Rioldi in presenza del Ministro, On. Annamaria Bernini:

Onorevole Ministro, colleghe e colleghi
 
Da mesi siamo coinvolti in tutte le città dove risultiamo una presenza in un dialogo con le diverse Istituzioni per far sì che questo tema così spinoso, quello del caro affitti, non rimanga un titolo sui giornali per qualche decina di giorni, ma possa essere al centro del discorso politico quando si parla di Diritto allo Studio. La protesta che alcuni colleghi hanno sollevato accampandosi davanti alle Università non nasce di fronte a un problema appena sorto, ma che da anni risulta forse il più drammatico quando un giovane decide di intraprendere un cammino accademico.
Il problema è chiaro e fa emergere i pesanti limiti del nostro sistema universitario: i poli d’eccellenza non sorgono a modello in modo omogeneo in questo Paese; e quando qualcuno decide di investire nella propria formazione è costretto ad adeguarsi a una proposta che non è uniforme in tutte le regioni, così da dover lasciare il territorio che l’ha conosciuto e lo ha costruito fino ad allora.
Milano in 5 anni diventerà la città più affollata da Studenti di tutta Europa: far correre solo una città senza valorizzare tutta la penisola in modo omogeneo è una condanna per tutti. La competizione tra Atenei può essere una cosa sana solo se compensata da politiche visionarie come l’Erasmus nazionale, un programma di scambio e ricerca che sappia far collaborare in modo più intelligente tutta la comunità accademica del Paese.
A fronte di questa necessità, lo Stato deve garantire che tutti gli idonei alla borsa di studio siano anche beneficiari e assicurare a ciascuno di essi una residenza. Per l’anno accademico 2022/23 mancano ancora 70mila idonei per raggiungere il requisito PNRR e 250 milioni di euro per coprire le borse di studio, oltre quelli già previsti. I concordati in sede europea non hanno creato un problema, ne hanno esacerbato uno già presente, che coinvolge l’intero sistema di diritto allo studio. Questo è un sistema da ripensare alla sua base, quando le leggi e le normative fatte in merito non entrano in vigore (si pensi ai LEP e ai criteri di ripartizione). Inoltre chi abita in una residenza si vede detratti 250 euro dalla borsa, rendendo svantaggiato, alla luce dei prezzi non concordati, chi ha la borsa ma si deve confrontare con il mercato libero.
 
Quando si decide di sostenere, come vuole la Costituzione, il percorso dei capaci e dei meritevoli, bisogna rivedere i criteri di valutazione ISEE adeguandoli ai tempi nostri e ai costi delle nostre città. Quando vogliamo far sì che le nostre città possano tornare ad essere abitate da studenti che ora le vivono tangenzialmente, come pendolari, bisogna riscrivere la normazione per quello che riguarda l’ospitalità turistica, rendendo una proposta più conveniente per il locatario affittare ad uno studente anziché a chi si ferma per un breve periodo.


Se desideriamo che ci sia un impatto immediato in questo momento di grande inflazione, dove i costi legati all’alloggio aumentano vertiginosamente, bisogna pensare a delle forme di sussidi erogabili velocemente, studiando le forma di Fondi Europei di Sostegno all’affitto universitario che in Italia mancano. Come i sussidi anche gli sgravi fiscali però non devono essere una pioggia di soldi indiscriminata, perché se aumentano i soldi sul mercato semplicemente aumentano i costi;
e questo non gioverebbe a nessuno, devono essere soluzioni iper-direzionate.
 
Di fatti, riteniamo che proseguire nella possibile direzione tracciata nelle ultime settimane sia una scelta corretta e ponderata rispetto alla situazione del mercato immobiliare odierno. Consideriamo che sia di primaria importanza favorire un partenariato pubblico-privato per raggiungere nuovi posti letto (così da allinearsi con l’Europa) nel rispetto costante delle fasce deboli della popolazione e della sostenibilità ambientale. Un esempio virtuoso di questo rapporto (ma pur sempre migliorabile) è testimoniato dai dati relativi alle prime unità abitative che si sono venute a creare in questi ultimi mesi: degli 8.500 posti letto 2.000 sono stati destinati alle università ed agli enti per il diritto allo studio. Questo ammontare di posti sbloccati, non si sarebbe potuto raggiungere senza la collaborazione con i privati. Inoltre tali soggetti privati hanno messo a disposizione circa il 20% dei posti letto a studenti rientranti nelle fasce di reddito più deboli. 
In tal senso migliorare questo rapporto pubblico-privato appena citato è possibile se accompagnato da ulteriori misure. Bisogna intervenire sul fenomeno dei B&B andando a normare questo settore, così da regolarlo e far emergere le possibili evasioni fiscali. Crediamo che possa essere corretto rendere accessibile agli studenti abbassando le tasse per i locatori: si potrebbe intervenire portando la cedolare secca al 10% e azzerando l’IMU. 
 
Suggeriamo a questo proposito un’ulteriore misura: è già presente, per gli studenti universitari fuorisede la possibilità di detrarre il 19% delle spese sostenute per l’affitto tramite presentazione del contratto regolare di locazione all’interno del modello 730. Ai sensi dell’attuale disciplina tale rimborso IRPEF è calcolato però su un canone annuo massimo di 2633€. Questa misura non è proporzionata alla spesa media annua degli studenti fuorisede nei maggiori poli universitari. Per questo motivo ci chiediamo se sia possibile innalzare tale tetto massimo a 4000€-4500€.
 
Infine, se vogliamo decidere di guardare al problema del mercato immobiliare e dei modi per guidarlo, vogliamo chiederLe, Ministro, quale modello di città e di società stiamo perseguendo. La competizione virtuosa dei centri urbani non può che portare allo sviluppo e a un sempre maggiore benessere dei cittadini, ma il costo è quello di rendere proibitiva la quotidianità di chi quelle città non può permettersele.
Di fronte a questo il nostro ruolo di rappresentanti non vuole e non deve essere quello di chi rivendica le proprie, pur giuste, ragioni, ma quello di essere cassa di risonanza per i problemi degli studenti, e offrire disponibilità alle istituzioni per una fattiva collaborazione.

Leggi il nostro post per un riassunto di queste proposte!

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